Palermo, confiscati beni per oltre 500 mila euro a due esponenti di Cosa Nostra

Confiscati beni a due esponenti di Cosa Nostra tratti in arresto in due operazioni distinte nel 2017 e 2018, Le attività d’indagine svolte dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Palermo hanno portato, da parte del Tribunale di Palermo, all’emissione di due provvedimenti di confisca di beni: per un valore di circa 350.000 euro a carico di Letteria Caponata e per circa 200.000 euro a carico di Vincenzo Urso.

A Caponata Letteria è stata confiscata una società “G.L. Transport” con sede a Caltavuturo, operante nel settore dei trasporti, irrevocabilmente giudicata tra le disponibilità economico-imprenditoriali riconducibili ad Albanese Stefano, tratto in arresto nell’ambito dell’operazione “cupola 2.0” perché’ intraneo alla “famiglia mafiosa di Polizzi Generosa. L’inchiesta “cupola 2.0” dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Palermo, aveva sventato il tentativo di far rinascere la Commissione Provinciale di cosa nostra dopo la morte nel 2017 del suo capo indiscusso, il boss Totò Riina.

A Vincenzo Urso, altro esponente di “Cosa nostra” tratto in arresto, nell’ ottobre 2017, nell’operazione denominata “Nuova Alba”, della Compagnia di Bagheria, con l’accusa di aver fatto parte della famiglia mafiosa di Altavilla Milicia, gli viene contestato, nell’ordinanza di custodia cautelare, il ruolo attivo nelle estorsioni e nelle riscossioni delle somme di denaro destinate al sostentamento degli affiliati detenuti in carcere. La confisca riguarda un appartamento e un appezzamento di terreno ad Altavilla Milicia.

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