Blitz contro la famiglia mafiosa di Sciacca ha portato all’arresto di sette persone, con gravi accuse che vanno dall’associazione per delinquere di stampo mafioso all’estorsione, usura, corruzione, illecita concorrenza, scambio elettorale politico-mafioso e traffico illecito di rifiuti. L’operazione ha rivelato pressanti infiltrazioni negli appalti pubblici in diverse aree, tra cui la rete fognaria, l’area portuale, l’hub vaccinale e la recinzione dell’area sequestrata di Scala dei Turchi. Inoltre, le indagini hanno messo in luce manipolazioni nelle elezioni comunali del 2022.
I finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Palermo e della Compagnia di Sciacca hanno eseguito le ordinanze emesse dal Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, portando alla custodia in carcere di cinque individui e agli arresti domiciliari di altri due. Tra i destinatari delle misure cautelari figura anche un pubblico ufficiale, il che sottolinea l’estensione della rete di corruzione e la gravità delle accuse.
Per l’esecuzione dei provvedimenti sono stati impiegati oltre 100 militari della Guardia di Finanza, in forza ai Reparti di Palermo e Agrigento, che stanno inoltre effettuando perquisizioni in diverse province siciliane e nel Molise, presso abitazioni e sedi societarie nella disponibilità di 22 indagati.
Le indagini, condotte dagli specialisti del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Palermo (G.I.C.O.), con l’ausilio dei colleghi della Compagnia di Sciacca, avrebbero permesso di ricostruire l’esistenza di dinamiche criminali legate all’esercizio di un capillare controllo economico del territorio da parte della famiglia mafiosa di Sciacca, al cui interno sarebbe emersa un’accesa competizione finalizzata a ottenerne la leadership e terminata soltanto alla fine del 2021, dopo la morte dell’anziano capofamiglia Salvatore Di Gangi